Il Lazzareto di Verona
 
 
luoghi
POSIZIONE
    Il Lazzaretto di Verona si trova in aperta campagna nell’ansa fluviale di San Pancrazio vicino alla riva dell’Adige a sud della città.
 
CENNI STORICI
    La paternità del Lazzaretto  viene attribuita quasi unanimemente dagli storici al Sammicheli, anche se non vi è la certezza della mano del celebre architetto, venne costruito in varie riprese tra il 1549 e il 1628, giusto in tempo per la grave epidemia di peste che iniziò nel 1630 che provocò a Verona oltre 33.000 vittime.
    
    L’edificio aveva un po’ l’aspetto di una fortezza per le sue merlature e per le torri d’angolo che si sopraelevano, col fabbricato centrale, sul resto che era ad un solo piano. La pianta del lazzaretto era di forma rettangolare orientata da est a ovest i cui lati misurano m 238x117. Alla fine del 700  il suo uso sanitario cessò per essere successiva-
mente destinato a deposito di polveri e munizioni, per poi tornare all’uso originario di isolamento in caso di malattie infettive tra la fine del 700’ e i primi dell’800’.
 
    Successivamente, durante il periodo della dominazione Austriaca, il lazzaretto  fu nuova-
mente  utilizzato dalle autorità militari per deposito di esplosivi e munizioni e tale destinazione persistette fino alla fine della seconda guerra mondiale (1945). La sua
struttura rimase intatta a eccezione della
cupola del tempietto che alcuni storici riportavano già crollata agli inizi del 1900.
 
    La distruzione completa però avvenne il  20 maggio 1945: dopo essere stato abbandonato dai tedeschi una violenta deflagrazione distrusse l’antico edificio mentre al suo interno giro-
vagavano decine di persone. Nel tremendo scoppio, provocato dai presenti, per qualche incauta manovra una trentina di persone persero la vita e con loro cadeva inesorabilmente al suolo la parte occidentale del lazzaretto, rimasero solo tratti di fatiscenti mura e il tempietto in rovina al centro dell’area che venne parzialmente ricostruito nel 1960 in occasione delle celebra-
zioni Sanmicheliane.
 
    In vari momenti sono partite iniziative per il recupero dell’opera ma causa soprattutto delle spese di bonifica l’area è rimasta parzialmente recintata e in stato di abbandono cosi come si trova oggi.